Il convegno nasce da un’iniziativa dell’Associazione culturale Perdas Novas insieme a un gruppo di Studiosi, Ricercatori a vario titolo e Operatori economici col fine di contribuire ad un decisivo rilancio del patrimonio architettonico e monumentale sardo di epoca preistorica e protostorica caratterizzato in particolare dalla presenza di più di 8.000 Nuraghi, architetture millenarie ed anche in particolare elementi costitutivi del paesaggio con un forte valore ideologico, spirituale e identitario, su cui ancora oggi non si concorda sul contenuto dei termini tipologici, funzionali e delle tecniche costruttive.
Nei testi di Storia dell’Arte e dell’Architettura i Nuraghi non vengono quasi mai menzionati, non riconoscendone così il valore storico oltre che architettonico, nonostante ripropongano similari conoscenze tecniche condivise con le altre principali antiche Civiltà del Mediterraneo: da Troia a Micene, da Cnosso alle Baleàri e alla Corsica è presente l’uso di pietre ciclopiche, corridoi dolmenici e a sesto acuto, tholoi caratteristiche anche della Civiltà Micenea, Minoica e, più tardi, di quella Etrusca.
L’incontro è dunque inteso come un’occasione di condivisione e di confronto diretto con Studiosi delle strutture megalitiche e monumentali, attestati dal Neolitico sino alla fine del I millennio a.C., di altri Paesi del Mediterraneo per approfondire in particolare le caratteristiche costruttive tipologiche e funzionali delle costruzioni in pietra a secco.
L’analisi delle varie conformazioni stilistiche dei Nuraghi e degli altri monumenti dell’età del Bronzo-Primo Ferro presenti in Sardegna sarà illustrata inoltre per sottolineare il complesso processo di sperimentazione ingegneristica di sviluppo di queste sorprendenti architetture in pietra. Verranno analizzate, in una giornata dedicata alla Sardegna, gli schemi planimetrici dei nuraghi arcaici nelle diverse tipologie di sviluppo a corridoio, a piattaforma o bastione, a celle multiple cieche, complessi, e dei nuraghi evoluti a torre anche qui nelle diverse tipologie di sviluppo dei nuraghi monotorre, polilobati, ad aggiunte frontali, complessi.
Inoltre verranno esaminate le diverse tipologie strutturali adottate e gli schemi compositivi evolutisi nel tempo per quasi un millennio, a formare le torri che caratterizzano in modo indissolubile il paesaggio sardo, anche in rapporto alla presenza dell’acqua.
Interessante sarà il raffronto tra l’ogiva utilizzata nei nuraghi a torre nelle camere e nei corridoi di accesso e quelle, per così dire, più celebri delle tholos micenee e dei corridoi a sesto acuto di Tirinto e Hattusa, che testimoniano relazioni culturali fra la Civiltà Nuragica e quelle prospicienti il Mar Egeo.
Tra gli obiettivi primari del convegno vi è l’elaborazione di un contributo alla definitiva consacrazione della valenza architettonica dei Nuraghi nei termini prima esposti e anche, in particolare, la costituzione di un Comitato Tecnico-Scientifico Interdisciplinare che dovrà guidare il progetto di realizzazione, con tecniche di archeologia sperimentale, di un nuraghe evoluto trilobato e sperimentare/convalidare le tecniche costruttive e l’organizzazione logistica di un cantiere di epoca nuragica.
Tale iniziativa potrà contribuire ad un’incisiva promozione del patrimonio archeologico e culturale della Sardegna e costituirà un cantiere-laboratorio utile anche per la valorizzazione, lo studio, la ricerca e la sperimentazione della lavorazione della pietra e delle tecniche di restauro e consolidamento di murature a secco.
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